martedì 22 dicembre 2009

Il Personaggio: Arrigo Boldrini (Comandante Bulow)

In giorni come questi, dove ormai noi italiani facciamo fatica a riconoscere l’importanza della storia, assistiamo impassibili e indifferenti al processo di revisionismo storico portato avanti dalle destre reazionarie e neo fasciste. Un pericolo silenzioso che si manifesta con l’ambizione di rovesciare la realtà attraverso una proposta di legge con la quale si vuole equiparare i combattenti partigiani per la libertà ai miliziani della Repubblica di Salò (assegnando loro onorificenze, assegni finanziari e relativo rispetto). Molti sono coloro che non ne sono a conoscenza mentre altrettanti sono quelli che non vedono in questa proposta alcuna minaccia, spiegando che… in fondo “anche i repubblichini combattevano per il bene dell’Italia”. Sì, tanto era il bene che provavano verso i compatriotti italiani che ci misero poco a farsi torturatori, rastrella tori, genocidi e spietati collaboratori del progetto di pulizia razziale di Hitler.


Il saggio George Santayana scrisse un giorno che “quelli che non sanno ricordare il passato, sono condannati a ripeterlo..”..un avviso premonitore, che combacia perfettamente con il moderno “menefreghismo” italiano. Oggi che ci troviamo a pochi giorni dal 25 Aprile, tutti noi antifascisti abbiamo il dovere etico e morale di continuare a portare avanti la memoria di quel giorno, affinché esso non diventi soltanto una vuota e lontana ricorrenza. Proprio per questo, la sezione de “il Personaggio” di questo numero, abbiamo voluto dedicarla alla memoria di un caro simbolo della Resistenza partigiana, scomparso recentemente il 22 Gennaio 2008, che in nome dell’antifascismo e di tutti gli altri principi costituzionali ha dedicato tutta la vita: il Comandante Arrigo Boldrini.
Boldrini diede un contributo fondamentale alla lotta contro il Nazifascismo, essendo tra i principali organizzatori della Resistenza in Romagna, sia come ufficiale di collegamento del CUMER (Comando Unico Militare Emilia Romagna) e sia come responsabile militare per il C.L.N nella zona di Ravenna. Partecipò di persona a numerose azioni di guerriglia (rimanendo ferito anche durante una di esse) facendo notare anche le sue grandi capacità strateghe. Sua fu la strategia della "pianurizzazione" della guerra partigiana (fino ad allora immaginata possibile solo sulle colline o sulle montagne), al punto da fargli valere il soprannome di Bulow, in ricordo del famoso conte Friedrich Wilhelm von Bülow, generale dell’armata prussiana che contribuì alla sconfitta di Napoleone a Waterloo e a Lipsia. Tali tattiche furono riportate in alcuni suoi scritti dopo la guerra e furono d’ispirazione addirittura per il celebre comandante Giap a proposito della resistenza vietcong durante la guerra del Vietnam.
Le strategie portate avanti dal comandante Bulow durante la guerriglia condotta nelle zone della Romagna ottennero un grande successo, fino a influenzare direttamente le sorti dei combattimenti per la liberazione di Ravenna. Tutto ciò gli valse il 4 Febbraio del 1945 la Medaglia d’Oro al valore militare appuntatagli dal generale Richard McCreery comandante dell'VIII Armata alleata, durante una cerimonia tenutasi in una affollatissima Piazza Garibaldi di una Ravenna liberata due mesi prima.
Liberata la Romagna fu nominato comandante della 28ª Brigata Garibaldi "Mario Gordini", partecipando in concorso con le forze alleate e con il ricostituito Esercito Italiano ai combattimenti lungo il fronte del Fiume Senio ed alla conquista delle zone attorno al Delta del Po, fino alla definitiva capitolazione delle forze nazifasciste. Il grandissimo impegno che diede alla causa antifascista lo portò, dopo il 25 Aprile, a diventare membro della Consulta Nazionale prima e dell’Assemblea Costituente dopo, fino anche a ricoprire ruoli di spicco nel Partito Comunista Italiano ( Parlamentare dalla I alla XI Legislatura, membro del Comitato Centrale e della Direzione Nazionale del Partito ). Oggi noi però lo vogliamo ricordare soprattutto per l’imperativo categorico con il quale ha sempre voluto tramandare alle nuove generazioni i messaggi etici e politici alla base della Resistenza partigiana: rappresentò infatti a partire dal 1947 l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, di cui fu Segretario nazionale per alcuni decenni e successivamente Presidente Onorario fino alla morte. Pochi come lui furono in grado di spiegare quanto il fascismo fu prepotenza,libertà e privilegio per pochi, che rese invece servi e sudditi molti. Tutti noi siamo in forte debito con personaggi come lui e in suo rispetto non possiamo desistere nell’ opporci a queste destre neofasciste che vogliono violentare la Costituzione e che vogliono sovvertire la storia dell’Italia.

« Abbiamo combattuto assieme per riconquistare la libertà per tutti: per chi c'era, per chi non c'era e anche per chi era contro... » (Arrigo Boldrini)

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