tratto da http://collettivopolitico.noblogs.org/
26/1/10
Da ieri, dopo quasi tre mesi passati tra il Carcere di Sollicciano e gli arresti domiciliari, Mannu è finalmente libero! Una bella notizia, attesa davvero troppo a lungo!
Venerdì 6 novembre 2009, ore 5.00 del mattino, inizia l’operazione di polizia e procura. Un giovane compagno viene arrestato con l’accusa di aver messo un petardo all’agenzia delle entrate mentre altre 11 persone vengono perquisite ed indagate con l'accusa di essere andati in soccorso di una ragazza accerchiata da dieci nazisti dopo che questi se ne giravano beatamente per il centro storico armati di catene e bastoni, e dopo che già avevano aggredito un giovane che usciva da un concerto.
In questi stessi giorni in Toscana vengono detenute altre 7 persone per danneggiamenti alla sede dei fascisti di Casapound a Pistoia, a dimostrazione della volontà da parte delle procure di colpire duramente il forte radicamento che le realtà popolari ed antifasciste trovano in regione, garantendo invece l’agibilità politica agli squadristi vari.
Uso della custodia cautelare, introduzione della categoria del terrorismo, sia per il petardo che per la presunta tentata rissa in via della scala, rilevazione del DNA per tutti i perquisiti, accostamento tra fatti totalmente diversi con il chiaro obiettivo di generalizzare la criminalizzazione. La custodia cautelare diventa così nuovamente, dopo oltre 20 anni che non veniva usata in questi casi, elemento utile a colpire singoli compagni che lottano quotidianamente ed esempio per tutti coloro che sono impegnati a portare avanti le iniziative politiche e sociali.
L’uso del terrorismo, la rilevazione del DNA, il coinvolgimento in un’unica inchiesta, che non a caso mescola volutamente antifascismo, solidarietà internazionale, presenza sul territorio, di 12 compagni, prefigura e vorrebbe dimostrare invece la pericolosità di un intero movimento, capace negli ultimi anni, in un difficile momento sociale, di essere in piazza, nelle scuole, nei quartieri, forte e numeroso.
Sappiamo bene che quanto avviene a Firenze ed in Toscana è purtroppo inserito in un generale clima repressivo ed autoritario. Un clima in cui ragazzi vengono uccisi nelle celle delle prigioni, nelle caserme e nei tribunali, come Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi, dove vengono dati avvisi orali e fogli di via a giovani compagni, dove 5 studenti universitari vengono arrestati per delle fotocopie non pagate come avvenuto a Milano il 13 novembre. Dove gli immigrati vengono considerate persone prive di diritti e rinchiusi in luoghi fuorilegge. Dove una banda prezzolata dal padrone fa irruzione in una fabbrica occupata da lavoratori senza stipendio. un sistema che in forte crisi economica, politica e sociale, risponde con l'uso della repressione verso tutto ciò che ritiene pericoloso per la propria egemonia, usando vecchi e nuovi arnesi legislativi e generando insicurezza ed allarmi continui, con le forze di destra che invocano intolleranza, repressione e chiusura di spazi.
Non vogliamo stare a guardare ed a subire. Oltre a continuare le attività e le lotte di tutti i giorni, crediamo sia necessario anche comprendere quanto succede, per continuare con ancora più forza le mobilitazioni. Crediamo che quanto sta accadendo non possa riguardare solo i "centri sociali", gli antifascisti o i cosiddetti antagonisti ma debba coinvolgere l'intera società, consapevoli che le restrizioni delle libertà e dei diritti passano dal mondo del lavoro, all'istruzione, al diritto alla casa ed a un futuro dignitoso.
mercoledì 27 gennaio 2010
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