domenica 7 febbraio 2010

Chi non scorda davvero

Da diversi anni a questa parte, i soliti signori che dagli scranni del governo devastano tutto quello che c'è da devastare, scendono in piazza al grido di "io non scordo" per fare una passeggiatina in una città blindata. Sabato 6 febbraio il copione è stato lo stesso: una manciata di apparati di partito si è data appuntamento a Firenze per qualche braccio teso e per sgranchirsi un po' le gambe (a forza di stare sulle poltrone istituzionali certe esigenze ci sono) condendo il tutto con una retorica sulle foibe che, anche se propinata da troppo tempo dai vari mezzi di comunicazione, non smette di essere nauseante. Ci sarebbe da ridere, se l'argomento non fosse serio.
Non tutti sanno che nel 1993, su iniziativa dei Ministri degli Esteri di Italia e Slovenia, venne istituita una commissione formata da storici di entrambe le nazionalità per cercare di fare chiarezza su quella vicenda che certi elementi "che non scordano" riducono a semplice chiacchera da bar. Ma si sa che può essere difficile per qualcuno, che fino a ierilaltro era a bruciare libri con l'alleato tedesco per l'onore d'Italia, leggersi qualche paginetta di storia e non sentirla semplicemente dalle fiction del tubo catodico.
Alla pagina 6 la relazione della commissione dice:
"Il regime fascista si impegnò a fondo, anche per via legislativa, nella snazionalizzazione di tutte le minoranze nazionali. Così nella Venezia Giulia vennero progressivamente eliminate tutte le istituzioni nazionali slovene e croate rinnovate dopo la prima guerra mondiale. Le scuole furono tutte italianizzate, gli insegnanti in gran parte pensionati, trasferiti all'interno del regno, licenziati o costretti a emigrare, posti limiti all'accesso degli sloveni al pubblico impiego, soppresse centinaia di associazioni culturali, sportive, giovanili, sociali, professionali, decine di cooperative economiche e istituzioni finanziarie, case popolari, biblioteche, ecc. Partiti politici e stampa periodica vennero posti fuori legge, eliminata fu la possibilità di qualsiasi rappresentanza delle minoranze nazionali, proibito l'uso pubblico della lingua. Le minoranze slovena e croata cessarono così di esistere come forza politica".
Anche al Partito dell'Amore sloveno e croato sarebbero saltati i nervi. Ed invece, quello italiano, non ha altra soluzione che scomodare qualche agente antisommossa per raccontarci che gli sloveni erano malvagi, che erano anche comunisti, e che il povero fascista che fino al giorno prima eseguiva gli ordini del Gen. Robotti ("Si ammazza troppo poco" citazione testuale del 1942) si sarebbe trovato in balia delle forze di Satana. Questa è la favola che raccontano.

Scendere in piazza nella "Giornata del Ricordo" non significa infangare le vittime di allora. Significa disprezzare chi oggi le utilizza per i propri fini.
Il Collettivo Politico Formiche Rosse c'era, insieme alla Toscana Antifascista che non ha scordato davvero chi erano e chi sono i bracci tesi di ieri e di oggi.

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