Memoria condivisa una sega, vediamo di farla finita.
Perché questo è bene che sia chiaro. Da una parte, in quei mesi ed anni di fame e di coprifuoco, di ville tristi e di bombardamenti a tappeto, di ponti distrutti e di rastrellamenti, da una parte stavano le mani d'acciaio che forgiarono la Repubblica.
Dall'altra stavano i sostenitori di un cialtrone di Predappio che cacciò a tutti i costi il paese in una guerra mondiale, lo fece ridurre a un mucchio di macerie e alla fine tentò anche di filarsela travestito da tedesco.
Filarsela.
Sinonimi: allontanarsi velocemente, scappare, dileguarsi, darsela a gambe, fuggire come una lepre, togliersi di torno, correre via, togliere il disturbo, fare resciùdde, levarsi di mezzo.
E ora sono gli eredi diretti di questo cialtrone, quello che voleva scappare, a vietare le esecuzioni pubbliche dei canti partigiani, a trasformare la più bella festa di popolo in un lugubre quattro novembre prefettizio, a tentare di cancellare i partigiani dalle celebrazioni inondando di scuse e di giustificazioni e di distinguo e di nì e di nò i loro giornali schifosi.
Con elementi del genere, niente da spartire.
Tantomeno la storia, tantomeno la memoria, tantomeno le feste.
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