giovedì 28 gennaio 2010

Le Cooperative "Rosse" di Vergogna

La trasmissione “Report” del 25 novembre 2007, ormai due anni fa, è stata l’unico spazio televisivo nel quale si è trattato l’argomento “Cooperativa” così ostico alla politica italiana (anche se sempre di moda per speculazioni elettorali), gettando un po’ di luce tra le tenebre delle cosiddette “coop”, rosse, bianche o gialle che siano. E ci ha mostrato, a dispetto delle finalità con cui nacquero, la vergogna di queste istituzioni di sfruttamento legalizzato, il cui solo scopo è sempre e solo il business, per raggiungere il quale non esitano a pratiche di malaffare corruzione e ingiustizia e i cui “soci” lavoratori sono, nell’anno 2007, appena un gradino al di sopra della schiavitù. Da notare, nei cenni storici di seguito, quando e con quale scopo furono create. “La Federazione delle Società Cooperative Italiane, nata a Milano dal primo congresso dei cooperatori italiani (1886), assume la denominazione di Lega delle Cooperative durante il 5° congresso, tenutosi a Sampierdarena nel 1893. Nel 1919 la scissione ad opera della cooperazione di ispirazione cattolica segna l’inizio di una crisi dell’esperienza cooperativa che con il successivo avvento del fascismo rischiò di subire il colpo fatale: il regime tentò di piegare la cooperazione ad un modello economico corporativo e decretò lo scioglimento della Lega Cooperative. Tuttavia, alla caduta della dittatura fascista, il valore sociale della cooperazione riprende nuovo slancio e trova piena cittadinanza nella Costituzione la quale così recita all'articolo 45: "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità".
La società cooperativa è una società nella quale almeno tre soggetti gestiscono in comune una impresa che si prefigge lo scopo di fornire innanzitutto agli stessi soci (scopo mutualistico) quei beni e servizi per il conseguimento dei quali la cooperativa è sorta. Capisaldi del sistema cooperativo sono i principi di mutualità, solidarietà, democrazia”.
Ma gli interessi della Lega, oggi sono completamente mutati e non coincidono più con quelli fondanti e propri della sua storia. Adesso sono possibili decisioni politiche una volta impensabili ad esempio, la firma, con il governo Berlusconi del Patto per l' Italia nel 2002 (che invece la Cgil ha respinto).
Dopo la vittoria del 2001, Berlusconi e Tremonti minacciavano sfracelli, spezzeremo le reni alle cooperative rosse. Alla fine, hanno fatto la riforma del fisco cooperativo e del codice senza toccare i cardini statutari della cooperazione, cioè l' inalienabilità del patrimonio e la proprietà indivisibile, in buon accordo con i vertici del mondo cooperativo. Riportiamo un passo tratto da “Società Cooperativa” il mensile della cooperazione di proprietà di Legacoop Forlì-Cesena, riferito all’argomento regime fiscale agevolato:
Fatto cento i nostri utili noi paghiamo le tasse solo sul 30% perché il resto per noi è patrimonio indivisibile, vale a dire che possiamo solo riutilizzarlo per la coop e non distribuirlo tra i soci. Questo nel privato non avviene, ma è anche vero che loro dispongono illimitatamente del loro patrimonio. E comunque il regime fiscale vigente lo ha formulato il governo Berlusconi e a noi sta pure bene.
Una curiosità: Ogni anno la Lega delle Cooperative produce un fatturato di 50 miliardi e mezzo; i dipendenti hanno stipendi inferiori ai mille euro e possono essere licenziati tramite “revoca del rapporto fiduciario”. Alla faccia della “mutualità, solidarietà e democrazia”. E alla faccia del “rosso”.
ABBIANO ALMENO IL PUDORE E LA DECENZA, I CAPORIONI E I CAPORALI DELLE COSIDDETTE “COOPERATIVE ROSSE” DI STRALCIARE QUEL NOBILE COLORE DAL NOME, CHE SUONA COME UNO SCHIAFFO GIORNALIERO CONTRO QUANTI NELLE COOPERATIVE CI LASCIANO SUDORE , LACRIME E DIGNITA’ IN CAMBIO DI BRICIOLE DI SOPRAVVIVENZA.

MarsAttack

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